di Massimo Claudio Volpicelli
Per gli amanti della letteratura distopica, c’è un nuovo romanzo da mettere in biblioteca. Li dove non s’erano potuti spingere i big come George Orwell, Isaac Asimov e Aldous Huxley, arriva adesso Nicola Iuppariello, animatore culturale e appassionato di vinili, autore di Napoli 2122 (Edizioni Dialoghi, 16 €), un’avvincente visione fantascientifica come anticipazione dissimulata di una società mutata a 102 anni esatti dallo scoppio dell’emergenza sanitaria del 2020, sconvolto il mondo, accelerato il grande reset: cambiamenti climatici, sparizione del contante, controllo digitale delle masse, transumanesimo in vite artificiali, cyborg e connessioni neurali cervello-macchina sono il filo conduttore di una narrazione mozzafiato immaginata da Iuppariello nel 2122 sotto il Vesuvio, non troppo lontana però dagli obiettivi della Quarta Rivoluzione Industriale e dall’Agenda 2030. Perché se le anticipazioni distopiche arricchiscono la fantasia, a volte anticipano pure i tempi. Spaventosi.
“Nel ventiduesimo secolo il clima ha trasformato radicalmente la geografia mondiale e la tecnologia ha preso definitivamente il sopravvento, influenzando l’economia e l’esistenza delle persone. I protagonisti sono Claudio, impiegato all’Istituto Nazionale Voucher, e Luisa, medico nel reparto di fine vita. L’umanità è sterile e la coppia certifica la propria unione per acquistare una figlia. I dubbi e le incertezze sulla nuova condizione di genitori li porterà a compiere scelte inaspettate che metteranno in moto un effetto domino inarrestabile. Una storia che lascia col fiato sospeso, una narrazione intima sui desideri, le ambizioni e il sogno di un futuro migliore.”

L’autore non lascia nulla al caso, passa in rassegna vita intima, lavoro, tempo libero e intrattenimento dei personaggi del libro, sui quali fa ruotare una storia in chiaro-scuro tra un figlio acquistato in digitale come in Ectolife e un colpo di scena finale che spiazza il lettore. Utopisticamente, un altro mondo è possibile. Sta a noi però svegliarci prima dell’implosione eterodiretta di storia, madre Terra e specie umana. E, sollecitando l’immaginario, grazie a Iuppariello in un certo senso Napoli 2122 aiuta a farlo. Un pò come a dire…. 1984 insegna (e non è solo un gioco di date!)