VIDEO – Giornalismo, morta la libertà d’informazione. Fake pure inchieste e critica scomoda ai poteri forti

L’On. Sara Cunial ha promosso una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati sulla libertà d’informazione e la nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sulle Fake News votata a Montecitorio. Ecco quanto riposta sul proprio profilo Facebook l’On. Cunial e i video sulle varie fasi della conferenza.

Mai come oggi la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero sono state così a rischio. Con il pretesto dell’emergenza #Coronavirus l’intolleranza per la libertà di opinione e informazione ha raggiunto preoccupanti livelli di guardia: si fanno esposti alla magistratura per rimuovere contenuti legittimi; si spendono cospicue cifre per promuovere l’informazione ufficiale dei media mainstream, demonizzando l’informazione indipendente; si costituiscono task force per impedire la circolazione di notizie diverse da quelle ufficiali.


Organi creati e controllati da Governo, Agcom e Rai per portare avanti quella caccia alla #fake news assolutamente incompatibile coi requisiti minimi di una qualsiasi democrazia. Proprio come nel regime nazista, in cui c’era un Ministero dedicato a controllare le espressioni culturali del Paese, anche nell’Italia del 2020 si sono istituite squadre ad hoc, per esaminare (e distruggere) fatti e opinioni.

La Democrazia e il nostro Parlamento sono umiliati da multinazionali straniere, come #Youtube e #Facebook, che si permettono di calpestare le leggi e la Costituzione italiana, censurando la libera informazione, oscurando da un giorno all’altro, con motivazioni false e diffamatorie, video, canali di concessionari pubblici e testate giornalistiche e, addirittura, eliminando ed etichettando come “fake” un discorso in Aula di una parlamentare.

Tutto ciò avviene con il sostegno di un parlamento che ha appena votato a favore dell’istituzione di una “Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all’informazione e alla libera formazione dell’opinione pubblica”.


L’emblema di un sistema oscurantista e giustizialista che si ritiene depositario di una verità assoluta e che, con una forma inammissibile di paternalismo insidioso, ritiene i cittadini incapaci di discernimento. Un sistema che non rispetta né il diritto all’informazione e al pluralismo dell’informazione, né la possibilità di esercitare la libertà di espressione e di parola sancita dall’Articolo 21 della Costituzione per cui, oltretutto, la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

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