
di Maurizio Martucci
La sigla è quella dell’UNCEM, sta per Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, ma nell’invito rivolto alla popolazione delle zone in altura, al posto della tutela di cime e vette spiccano i marchi di tre “principali operatori di telefonia mobile”. Perché anche in montagna si punta all’irradiazione ubiquitaria e permanente, senza soluzione di continuità. Ecco l’annuncio, dove la lobby del wireless viene equiparata persino ad un’istituzione pubblica, al pari di Governo e Regioni: “Uncem ha avviato qualche settimana fa la mappatura per individuare le aree montane italiane dove i telefoni non prendono. Troppi pezzi di Italia non hanno segnale. Indicaci quali. Entro il 9 settembre 2019. La mappatura – realizzata da Enti locali, cittadini, associazioni, imprese – verrà inviata agli operatori di telefonia mobile, all’AgCom, ai Parlamentari, al Governo, alle Regioni”. Sovrapposizione confusa a parte (dove i confini del pubblico finiscono tra gli interessi privati), l’idea dell’auto-censimento non deve sorprendere più di tanto perché per servire col 5G il 98% del territorio nazionale come prevede il 5G Action Plan italiano, oltre le Smart City, i 120 piccoli comuni individuati dall’AgCom e i 227 nell’accordo quadro per Bandiera arancione, si devono per forza coprire anche tutte le zone montane. Da qui il censimento delle aree scoperte, per irradiare Alpi, Appennino e ogni altra area montuosa d’Italia. L’obiettivo è evidente e chiaro: sopprimere subito qualsiasi free electrosmog zone, per irradiare tutto e tutti urbi et orbi, in escursione zaino in spalla come in città, puntando persino all’irradiazione di piccoli rifugi.

Infatti l’UNCEM dichiara apertamente di fare particolare
“pressione istituzionale per un’accelerazione dei lavori per la banda ultralarga (BUL) nelle aree rurali e montane, “bianche“. Le Agende digitali regionali sono ancora da attuare e dobbiamo “formarci all’innovazione”. Vogliamo concentrarci su una grande emergenza del Paese che con la tv che non si vede, è la prima sfera del divario digitale: LA TELEFONIA MOBILE E LE TROPPE ZONE SENZA COPERTURA. Vogliamo insieme impegnare gli operatori a investire nelle aree montane e interne italiane. Lo dobbiamo fare con Mise, Agid, le Istituzioni nazionali dalla parte degli Enti locali.
E oggi vogliamo portare all’attenzione degli operatori, del Governo, del Parlamento un elenco di quel pezzo di Paese che non riesce a telefonare, mandare messaggi e navigare, nelle zone alpine e appenniniche. Ce lo hanno chiesto e volentieri lo componiamo, con l’aiuto di tutti”.
Eletto presidente nazionale UNCEM lo scorso anno, Marco Bussone (33 anni, giornalista, alle spalle una carriera ancora da completare) già nel suo insediamento aveva esplicitamente fatto riferimento alla digitalizzazione delle zone montane. E proprio all’indomani della pubblicazione del discusso e controverso recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità, Bussone ha colto la palla al balzo per inneggiare al 5G, irridendo persino in fake news gli appelli alla prevenzione e precauzione lanciati da ampia parte della comunità medico-scientifica internazionale, chissà se pure la ricerca indipendente dell’Istituto Ramazzini, l’invito dell’Ordine Nazionale dei Biologi o il documento di contro risposta prodotto dai medici di ISDE Italia: “stop alle bufale sul 5G, WiFi, Cellulari e radiofrequenze. UNCEM SCEGLIE LA SCIENZA E I DOCUMENTI DEL PIÙ AUTOREVOLE ISTITUTO DEL PAESE. Perché abbiamo a cuore la salute di tutti, degli uomini, dell’ambiente, degli ecosistemi, della flora e della fauna. E siamo stufi di dover LOTTARE CON SERIALI CREATORI DI BUFALE SUI TEMI COLLEGATI IN DIVERSO MODO ALL’INNOVAZIONE.”

Evidentemente colpiti dai 116 atti per la prevenzione, dai circa 40 Comuni d’Italia dichiaratamente Stop 5G e dai sempre più Sindaci che – da nord a su, isole comprese – emanano ordinanze contingibili e urgenti per tutelare la salute dei loro concittadini, sempre quelli di UNCEM (insieme ad ANCI, assonazionale comuni d’Italia) hanno poi lanciato la sfida dell’indottrinamento mirato e capillare dei primi cittadini: “un piano formativo congiunto per gli Amministratori locali. Un’iniziativa che, a partire da settembre, conterà su azioni istituzionali con Ministeri e Regioni oltre che progetti con le imprese per presentare ai territori i servizi innovativi che possono essere costruiti sui dispositivi mobile”.
Silenti prima sul tema, solo negli ultimi 15 giorni l’ufficio stampa dell’UNCEM ha diffuso ben 4 comunicati stampa pro 5G. Perché? Cos’è successo? Cos’è cambiato, in montagna?
INCHIESTA, PRIMA PARTE – CONTINUA
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