5G? Qui, non passa! Cresce l’Italia tecnoribelle: 2 Sindaci emanano ordinanze Stop 5G, approvate 16 delibere e mozioni. Ecco numeri e atti ufficiali (che la Tv censura) – NOTIZIA ESCLUSIVA

di Maurizio Martucci

Ordina la sospensione della immediata sperimentazione o diffusione del 5G sul territorio del Comune in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Resarch on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea”. Spedita a mezzo PEC al Presidente della Repubblica, ai ministri del Governo, all’AgCom e alle compagnie telefoniche, l’ultima ordinanza sindacale urgente e contingibile emessa da un Sindaco italiano è del 16 Luglio 2019 e porta la firma di Massimo Carazzana, primo cittadino del Comune di Tribano (Padova).  

Dopo Marsaglia (Cuneo) si tratta della seconda ordinanza Stop 5G d’Italia, ma soprattutto del diciottesimo atto ufficiale per la moratoria sul territorio, sommato ai 16 già approvati tra delibere di giunta e mozioni di consiglio comunale che hanno sposato la tutela della salute dei propri concittadini, impedendo l’avanzata indiscriminata dell’Internet delle cose. Insomma, nonostante il Governo abbia previsto la copertura del 5G sul 98% del territorio nazionale, è in atto una spaccatura, una secessione dall’ultima rivoluzione digitale, pericolosa per umanità ed ecosistema.

Il dato emerge dalla lista pubblicata oggi sul sito ufficiale dell’Alleanza Italiana Stop 5G che riporta i numeri della tecnoribellione, un fenomeno in rapida crescita dal nord al sud, isole comprese e in ogni sede istituzionale: 7 interrogazioni parlamentari sinora presentate e discusse tra Camera dei Deputati e Senato, 1 mozione firmata da 5 deputati che impegna il Governo Conte alla moratoria nazionale, 1 ordine del giorno approvato dal Governo, 8 Regioni in cui devono essere discusse in aula mozioni Stop 5G esattamente come in 1 Provincia autonoma e 33 comuni, oltre le 16 già approvate e le 2 ordinanze del Sindaco emanate.

Innumeri della rivolta democratica a cui si devono per forza includere anche i 5 esposti Stop 5G già depositati in 4 diverse Procure della Repubblica, le 35.000 firme già raccolte nelle due petizioni on-line e le migliaia di altre firme contenute nei documenti delle diffide locali inoltrate ai sindaci (692 Bologna, 300 Perugia e 280 Prato). Insomma, l’Italia Stop 5G esiste nonostante i grandi mezzi d’informazioni (soprattutto il mainstream delle TV) fatichi a darne notizia, censurando una sacrosanta rivendicazione costituzionale. Un’Italia contraria allo tsunami elettromagnetico e per la prevenzione del danno c’è e cresce ogni girono sempre di più. Continuare a fra finta di nulla è ingannevole oltre che dannoso.

CLICCA QUI, ECCO LA LISTA AGGRIONATA DELL’ITALIA STOP 5G

Scrive sulla pagina Facebook istituzionale il Comune di Avolasca (Alessandria), nel novero dei precauzionisti: “la Giunta Comunale si è riunita il 12 Giugno 2019 deliberando che IL COMUNE ESPRIME PARERE NEGATIVO RIGUARDO L’ESTENSIONE SUL TERRITORIO COMUNALE DELLA NUOVA TECNOLOGIA 5G, ADERENDO ALLA RICHIESTA DI MORATORIA, PROMUOVENDO ALLO STESSO TEMPO SOLUZIONI TECNOLOGICHE SICURE E A BASSO IMPATTO AMBIENTALE”.

In esclusiva su OASI SANA riportiamo alcuni dei documenti ufficialmente esposti all’Albo Pretorio, firmati dagli organi d’indirizzo delle pubbliche amministrazioni Stop 5G.

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