CLAMOROSO – 1.000 nuove antenne rischiano di essere smontate! Svizzera, l’opposto dell’Italia: Tribunale frena il 5G, vincoli più severi per i limiti d’elettrosmog a tutela della salute pubblica

di Maurizio Martucci

Quando in tema di elettrosmog e 5G Adolfo Urso e il resto dei nostri governanti ci parlano di Europa e di ammodernamento tecnologico dell’Italia guardando a cosa succede negli altri Paesi, senza spingersi troppo in là oltre le Alpi ci si potrebbe confrontare con la Svizzera, per capire come la vita dei cittadini non è mica barattabile per lobbing. Se senza uno straccio di parere sanitario per la prima volta nella storia italiana l’esecutivo Meloni ha infatti innalzato i limiti soglia di inquinamento elettromagnetico (per densità di potenza già quantificato in +300% per le antenne 5G e +200% per il 4G nella truffaldina media delle 24 ore sui 15 V/m camuffati in picchi da 60 V/m), gli svizzeri non solo continuano a tenersi stretta la soglia precauzionale dei 5 V/m nella misurazione in 6 minuti, ma dalla magistratura arriva adesso pure una brusca frenata all’implementazione scriteriata del 5G. La Corte Suprema Federale della Svizzera, cioè il tribunale a capo della magistratura svizzera. per tutelare la salute minacciata dal wireless ha infatti sentenziato una stretta senza precedenti all’applicazione del cosiddetto fattore di correzione che, per le compagnie telefoniche come la Swisscom uscita con le ossa rotte dal giudizio contro il Comune di Will nel Cantone San Gallo, rende ora obbligatoria la produzione di una licenza edilizia. Il che, dall’oggi al domani, trasforma praticamente in illegali molte centinaia di antenne di nuova generazione, si stima forse pure 1.000 in tutto: solo nella capitale Berna ben 380 installate nei 117 Comuni potrebbero essere essere subito smontate. Questo perché il fattore di correzione consente di utilizzare le antenne 5G ad una potenza arbitraria da 2,5 a 10 volte superiore rispetto a quella invece autorizzata (cioé anomali e pericolosi 16 V/m invece dei legali 5 V/m). “Biologicamente parlando, questo è un enorme rischio per il popolo“. Non solo, perché la sentenza del tribunale federale apre adesso anche una polemica sui territori, delusi i Cantoni dal Consiglio federale e dall’Ufficio federale dell’ambiente (BAFU) che troppo allegramente avevano rassicurato sugli effetti del 5G, adesso frenato dai magistrati per tecnicismi che però investono la sanità pubblica. La sentenza è del 23 aprile 2024 ma è stata pubblicata solo in queste ore.

Come riportato dalla stampa svizzera di lingua tedesca, “tutto ruota attorno al limite di investimento. Si tratta di un limite relativamente severo, dieci volte inferiore al limite di immissione. Secondo la legge, un’antenna per cellulare deve soddisfare questo requisito, soprattutto nei luoghi in cui le persone soggiornano permanentemente. (…) Serve a proteggere da effetti potenzialmente dannosi o fastidiosi al di sotto del limite di immissione più alto.” Chiarendo dei cd. effetti non termici, cioé delle ripercussioni biologiche del wireless totalmente sconfessati dalla visione negazionista del danno sostenuta dal Governo italiano e dagli organi di vigilanza sanitaria come il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità fermi ai soli effetti di surriscaldamento del corpo proprio come l’Unione europea nelle linee guida della controversa ICNIRP, in Svizzera invece ci si preoccupa (giustamente) dei “cambiamenti nelle onde cerebrali o un aumento dello stress cellulare (…) non si può escludere che le radiazioni aumentino, ad esempio, il rischio di leucemia infantile o di morbo di Alzheimer. E il numero di persone che si definiscono elettrosensibili è in aumento. (…) si dovrebbero tenere in considerazione anche gli effetti delle emissioni su gruppi di persone con maggiore sensibilità come bambini, malati, anziani e donne incinte.”

La questione adesso si fa però spinosa. E pure di tanto. Perché oltre ad un potenziale danno economico per la lobby, smantellare tutte le antenne 5G della Svizzera rappresenta anche un durissimo colpo all’immagine mondiale dello stesso Internet delle cose. Che ne esce mestamente sconfitto. Così, in applicazione alla rivoluzionaria sentenza della Corte Suprema Federale della Svizzera, l‘Ufficio per l’ambiente e l’energia (AUE) del Cantone di Berna sta invitando agli operatori di telefonia mobile ad adottare un piano B), cioè a disattivare il fattore di correzione invece di spegnere le stazioni radio base. Ma c’è già chi sostiene come disattivare il fattore di correzione su un’antenna trasmittente adattiva 5G, tecnicamente la renda non funzionanteE la lobby piange lacrime di sangue. Afferma Christian Gasser, direttore dell’Associazione svizzera delle telecomunicazioni: Con l’ultima decisione del Tribunale federale gli operatori di telefonia mobile e le autorità preposte al rilascio delle licenze dovranno sostenere un notevole onere amministrativo aggiuntivo. Nel peggiore dei casi, migliaia di siti di telefoni cellulari sarebbero colpiti. A questi si aggiungono i circa 3.000 sistemi di telefonia mobile già bloccati oggi.”

Infine, un ultimo dato: si sostiene che gli uffici preposti al rilascio della concessione edilizia non sia in grado di applicarla in tema di radioprotezione e radiofrequenze. Più che altro che per incompetenza e poco conoscenza della materia. Non solo. In Svizzera la licenza edilizia ha poi validità di due o tre anni ed il permesso di costruzione può comportare conseguenze di diritto civile perché la concessione edilizia è un’autorizzazione, rilasciata dal Comune, necessaria per eseguire un’opera urbanistica e/o edilizia di una certa rilevanza. Insomma, per lobby del 5G in Svizzera si mette veramente male.

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