di Maurizio Martucci
Sembra la palingenesi del film Figli dell’Intelligenza artificiale, algoritmi e sensori a sostegno della genitorialità digitale. Ma pare pure la consacrazione hard di EctoLife, ambizione dell’utero digitale controllato da un’App. Solo che qui siamo persino oltre il 6G dell’Internet dei corpi e l’ibrido Uomo-Macchina nel microchip nel cervello umano: al World Robot Conference 2025 di Pechino è stato annunciato il progetto Robot per la gravidanza, la cinese Kaiwa Technology ha fatto capire dove realmente punta la transizione digitale nella Quarta Rivoluzione Industriale. “La tecnologia dell’utero artificiale è già matura. Ora dobbiamo impiantarla nell’addome di un robot, consentendo a una persona reale di interagire con il robot, ottenere una gravidanza e permettere al feto di crescere al suo interno.” Per voce del suo fondatore Zhang Qifeng, l’azienda tecnologica di Guangzhou ha infatti detto di lavorare pel parto di bambini nati da madre umanoide, entro il 2026 vorrebbero portare alla luce il primo nato al mondo (e nella storia) senza madre vera: come? L’addome del robot conterrà un utero artificiale, qui si svilupperà il feto. L’utero utilizzerà liquido amniotico sintetico e i nutrienti saranno somministrati al feto tramite tubi. Stimati 14.000 dollari per un parto robotico senza precedenti. Dopo la super-razza dei guru della Silicon Valley (investono fino a 50.000 dollari per selezionare embrioni con alto quoziente intellettivo per l’ottimizzazione genetica), adesso siamo all’apoteosi dell’attacco sfrontato alla biologia naturale, il trionfo delle transumaniste biotecnologie: “Gli esperti medici hanno già criticato Kaiwo Technology per le sue affermazioni audaci, sostenendo che mancano spiegazioni dettagliate – scrivono dalla Cina – l’azienda ha opportunamente omesso dettagli su come supererà tutte le sfide dello sviluppo fetale, dalla fecondazione all’impianto fino alla nascita.”

EctoLife, l’utero digitale controllato da un’App: un crimine contro l’umanità! – IL TECNORIBELLE
Sono anni che, pressoché in solitaria, tra l’indifferenza generale denuncio quest’abominio senza precedenti. La fusione del fisico col biologico e il digitale muove da mire prive di etica e coscienza. Lo dissi apertamente nel 2022 in una puntata de Il TecnoRibelle, parlando di abominevole crimine contro l’umanità. Lo rimarcai più tardi ne La TecnoGabbia, puntata sugli umanoidi. L’ho scritto nel 2024 sul libro inchiesta TecnoUomo 2030: dalla California alla Cina stanno giocando sporco, non solo sul nostro futuro, ma sul presente della specie umana.
E non si cada nell’errore di sostenere che tutta l’operazione è irrealizzabile, come cose da pazzi per una sorta di messa in scena a terrorizzare il mondo: gli uteri artificiali hanno mostrato risultati promettenti negli studi sugli animali e possono essere replicati sull’uomo. Nel 2017 i ricercatori del Children’s Hospital di Philadelphia hanno allevato con successo un agnello prematuro – equivalente a 23 settimane di gravidanza umana – in un “biobag”, un sacco di vinile trasparente riempito con liquido amniotico artificiale caldo a base di soluzione salina. I nutrienti sono stati somministrati tramite un tubo attaccato al cordone ombelicale, consentendo all’agnello di sviluppare la lana entro quattro settimane.
Inutile nasconderci dietro un dito: siamo all’anti-Uomo, siamo alla corsa contro l’umanità. Si salvi chi può!
Silvia Guerini: “dai diritti sessuali dei minori al gender e corpo neutro fino all’utero digitale e transumanesimo. Un attacco alla vita, alla natura e all’identità” LE ALI DEL BRUJO – OASI SANA

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