Mio fratello è figlio unico, Gianna, Ma il cielo è sempre più blu, Aida e Berta filava per nove intensi anni di attività e produzione canora dal 1973 al 1981, da una rosa assassina e un pugnale usa. Ma chi è stato l’inquieto paroliere di Crotone? Non il Jim Morrison de noantri, ma il Mino Pecorelli della musica italiana. E quell’incidente stradale del 2 Giugno di 42 anni fa in cui Rino Gaetano moriva a soli 31 anni, è stata una macabra messa in scena nel depistaggio di uno spezzone di servizi deviati: con un marchingegno posizionato sulla sua auto, silenziarono un cantante imbeccato da informazioni strettamente riservate. Perché per lo schianto di Via Nomentana, luogo dell’impatto mortale a Roma, c’è chi non crede alla tragica fatalità, né al colpo di sonno senza ritorno e, decodificando l’ermetismo dei brani gaetaniani (“testi criptici, misteriosi, allusivi con linguaggio in odore massonico”), rivaluta lo spessore del cantante (“un uomo coraggioso, un idealista animato da spirito di libertà. Soffriva per un’Italia colonia americana, succube dei poteri forti: la sua denuncia l’ha pagata cara!”).
Per Le Ali del Brujo e in collaborazione con OASI SANA, il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci intervista Bruno Mautone, avvocato, es Sindaco di Agropoli (Salerno) e autore di ‘Chi ha ucciso Rino Gaetano? Il coraggio di raccontare: un’indagine tra massoneria, servizi segreti e poteri economici’ (Revoluzione Edizioni) e di “Rino Gaetano: Segreti e Misteri della sua Morte – L’ombra dei servizi segreti dietro la morte di Pasolini, Pecorelli e Gaetano” (One). Regia di Francesco Polimeni.
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