‘Un tipo elettrosensibile’, storia vera di chi soffre e cambia vita per colpa del wireless

di Maurizio Martucci

Un paio di illuminanti intuizioni sul proprio destino, nel solco del risveglio spirituale. Poi un lavoro routinario costretto bruscamente allo slalom, a districarsi tra Wi-Fi e Smartphone ubiquitari col ritiro dalla vita sociale. E infine il simbolo della diversità nell’indifferenza generale, cappuccio e tuta schermante dall’elettrosmog, finiti nel disegno di copertina. Insomma, esistenza stravolta da sindrome ambientale elettromagnetica, roba da terzo millennio, raccontata senza filtri né rabbia, tra sofferenze private (“ho imparato che siamo spugne, assorbiamo l’insulto elettromagnetico, se fossimo lampadine ci accenderemmo“) e un radicale cambio esistenziale (“ogni volta che entro in una classe sono tenuto a ripetere la stessa cosa, i ragazzi mi guardano stupiti, poi cercano di farsene una ragione“). E’ tutto nella lettura del libro Un tipo elettrosensibile (Oltre Edizioni) scritto da Demetrio Salvi, docente napoletano di scuola e critico cinematografico, scopertosi elettro-iper-sensibile a cavallo dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Il libro è in forma di diario personale, come un’agenda privata in cui ci si appunta la cronaca quotidiana anche più spicciola, nonostante non si presti affatto per essere l’ennesima testimonianza dell’ennesimo malato da elettrosmog (posto che ovviamente non dovremmo mai abituarci alla conta spicciola, soprattutto per una malattia scomoda, non sdoganata e sconfessata dal sistema sanitario nazionale in conflitto di interessi con le multinazionali del wireless). Il testo diventa infatti denuncia e speranza al tempo stesso. E centra perfettamente il punto, nonostante insidie, paure e comprensibili difficoltà dell’autore. Tutto cambia. La biforcazione è questa. Pars destruens perché accompagna il lettore a comprendere in quale allucinante calvario vengono abbandonati gli elettrosensibili, ignorati dalle istituzioni senza alcun aiuto né sostegno persino dalla società civile (che oltretutto, coi devices iperconnessi li ammala, legalmente). Pars costruens perché chiarisce come da una grave invalidità si possano invero trovare forze prima inespresse, capaci di catapultare il beneficiario in una dimensione inedita, ma per questo non certo meno avvincente. Anzi. La leggenda dell’araba fenice è sempre maestra. Dal vuoto, la scoperta del pieno. Come in basso, così in alto. “Questa sindrome mi ha dato questa spinta, mi ha fornito una chiave. Magari avrei preferito arrivare alle stesse conclusioni evitandomi tutti i fastidi, i dolori e le seccature che questa malattia mia ha gentilmente concesso. Ma lo so bene bene che per rinascere non puoi far altro che morire, almeno una volta“.

C’è poi spazio anche per una nota a margine che mi chiama direttamente in causa. Nel suo racconto, Demetrio Salvi rimanda spesso ad un ‘libro perfetto‘, dall’autore definito così perché gli ha permesso di comprendere origine e causa del suo malessere (altrimenti inspiegabile), trovati recapiti e contatti utili per arrivare ad una corretta diagnosi e terapia con l’aiuto di un medico specializzato. Il ‘libro perfetto‘ è citato a più riprese, svelato al lettore solo nelle pagine finali. Qual’è? Si tratta del mio Manuale di autodifesa per elettrosensibili, uscito nel 2018, quando ancora non c’era il 5G e nemmeno la legge che per la prima volta nella storia d’Italia avrebbe poi aumentato i limiti soglia d’elettrosmog. Non lo nascondo. Mi ha fatto piacere leggerne (in controluce) apprezzamenti e rinnovato gradimento (il mio manuale è un evergreen). Però se ancora oggi, molto più di ieri e di 6 anni fa, si continua ancora tutti a vivere immersi in un brodo elettromagnetico, dentro un maxi-forno a microonde a cielo aperto, sottoposti ad un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio senza precedenti nonostante i malati e la certezza dell’assenza del rischio zero, molto probabilmente è anche perché libri-verità, libri-denuncia come questi hanno bisogno del grande pubblico per diffondere quanta più consapevolezza possibile tra le persone. Non devono restare letture di nicchia. Perché se tutti sapessero, la storia di Demetrio (e non solo la sua), sarebbe di certo diversa. Mai più senza diritti. Mai più elettrosensibili soli e abbandonati.

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Un commento

  1. nell’indifferenza generale,…… io sono elettro sensibile
    sola in un bosco
    sento i satelliti
    so cosa fanno e perchè lo fanno
    so che l’ignoranza è enorme e non c’è rimedio
    il mio vantaggio?
    è una vita che approfondisco
    e NULLA E NULLA MI LEVA DALLA TESTA
    CHE TUTTO HA A CHE FARE ….
    …con la fine dei tempi…
    con Dio
    con quella statua che gli uomini facevano in modo che parlasse
    è l’anima che vogliono
    ora siete all’inferno…beccatevi cio’ che è scritto
    fate lo slalom con LE BESTIE e i minions al seguito
    entro il 2030 chi dovrà essere assimilato sarà assimilato
    gli altri, si spera, torneranno AL PADRE
    cercate LA VERITA’

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