di Maurizio Martucci
Nessuna serenata al tramonto strimpellata sul balcone condominiale per cercare di sentirci meno isolati e soli. Nessuna emoticon allegra da condividere in rete, nemmeno l’hashtag #IoRestoaCasa creato ad arte per addolcire (nel ‘così fan tutti) l’arresto ai domiciliari di un’intera nazione bloccata dai timori di contagio del Coronavirus. Ma un colpo d’orgoglio nella consapevolezza che, proprio nei momenti difficili, si decidono i destini delle battaglie più dure. #NoiNonCiFermiamo è l’hashtag virale pensato dal gruppo operativo degli attivisti italiani Stop 5G, perché nell’emergenza sanitaria, abbassate attenzioni e difese democratiche in favore di misure eccezionali, nelle giornate di domicilio coatto imposto dal Governo (“del cambiamento“) il 5G continua imperterrito la sua marcia di occupazione di suolo e aria pubblica. E allora ecco l’imperativo #NoiNonCiFermiamo, mentre sui social circolano video che denunciano proprio come, nel vuoto assoluto di città e arterie di comunicazione senza traffico anche in pieno giorno, operai e addetti all’installazione di nuove antenne continuino ad implementare infrastruttura tecnologica per il wireless di quinta generazione. Mentre i cittadini se ne restano a casa. Insomma, più antenne a loro insaputa.
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Ma #NoiNonCiFermiamo è anche l’imperativo di Comuni e Sindaci per la precauzione che, sfidando la legge dell’inerzia pensata per contrastare il contagio del virus, proseguono ad emanare ordinanze urgenti e contingibili per la precauzione, approvate delibere e mozioni per la moratoria territoriale. Infatti dal sito dell’Alleanza Italiana Stop 5G si legge come il numero complessivo dei Comuni Stop 5G d’Italia sia salito a 178, mentre 55 sono i primi cittadini che hanno emesso ordinanze di divieto contro l’Internet delle cose. Ultima in ordine temporale, pubblicata all’albo pretorio proprio oggi, l’ordinanza Stop 5G emanata dal Sindaco di Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani).
L’invito degli attivisti Stop 5G è quindi quello di non fermarsi, ma di raddoppiare sforzi, energie e lavoro sinergico: sfruttare queste giornate con meno impegni o senza lavoro, queste ore ad agenda dormiente, per incrementare l’azione di volontariato per la diffusione della consapevolezza finalizzata a fermare il 5G, prima che sia troppo tardi. Ci sono l’email, i social, ancora funzionano i telefoni (preferibili a linea fissa per non irradiare): strumenti utili per coinvolgere più cittadini, amministratori, politici, sindaci e decisori pubblici nella dura lotta per la difesa della salute pubblica. Minacciata pure dal wireless. “Hanno fermato una nazione intera per un virus molto discusso di cui non sono ancora chiari effetti, non capisco perché non potrebbero fermare una pericolosissima sperimentazione tecnologica, a detta di molti scienziati e ricercatori dannosa per umanità ed ecosfera“. Coronavirus e 5G, sui social la gente associa e si interroga. Senza fermarsi.
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